Natale e Pace sono due parole, anzi due realtà meravigliose, che è impossibile separare l’una dall’altra. A Natale possiamo regalarci l’augurio biblico per eccellenza: «shalom», avendo davanti agli occhi le tragedie delle guerre nel mondo, dalla Siria alla Repubblica Centroafricana, al Sud Sudan, alla Repubblica Democratica del Congo, senza dimenticare il moltiplicarsi degli atti terroristici.

L’inno degli angeli a Betlemme coniuga insieme la gloria a Dio e la pace in terra, per sottolineare che è impossibile lodare il Signore senza impegnarci a realizzare l’unità del genere umano attraverso il vincolo della pace. Allo stesso modo l’amore di Dio è inseparabile dall’ amore del prossimo.

Quanto più si ama, tanto più si consolida la pace. Chi accoglie il messaggio del Natale, anzi chi entra nella profondità di questo mistero, diventa un uomo e una donna di pace.

Quale meraviglioso programma di vita è contenuto nelle parole di Gesù: «Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio»! ( Mt.5,9).

Tutto in noi deve essere a servizio della pace: la nostra mente, il nostro cuore, le nostre mani, i nostri piedi.

  • Occorre prima di tutto coltivare pensieri di pace, imitando Dio che ha «progetti di pace e non di sventura», che vuole per l’umanità «un futuro pieno di speranza» (Ger. 29, 11). Una mente libera di pregiudizi ideologici sa pensare la pace a cominciare dal livello locale e quotidiano.
  • Se si considera la pace come il tesoro che racchiude tutti i doni di Dio, si devono mettere in atto tutte le risorse per custodirla e difenderla. San Francesco raccomandava: «La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più nei vostri cuori». Solo un cuore che ama conosce il prezzo della pace.
  • Le mani servono anche per scrivere parole di pace e per esprimere gesti di pace. Bisogna ripetere senza stancarsi che la guerra è follia e crimine e per di più non risolve alcun problema, anzi li aggrava. Solo la pace è santa. Beate le mani che sanno scrivere solo parole di pace.
  • I nostri piedi devono portare la pace là dove vi sono divisioni, ostilità, incomprensioni e lacerazioni. C’è un ambito dove tutti possiamo far camminare la pace: è la famiglia. È un’indicazione preziosa che ci offre papa Francesco nel messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Pace: «La famiglia è l’indispensabile crogiolo attraverso il quale coniugi, genitori e figli, fratelli e sorelle imparano a comunicare e a prendersi cura gli uni degli altri in modo disinteressato, e dove gli attriti o addirittura i conflitti devono essere superati non con la forza, ma con il dialogo, il rispetto, la ricerca del bene dell’altro, la misericordia e il perdono. Dall’interno della famiglia la gioia dell’amore si propaga nel mondo e si irradia in tutta la società».

Con questi pensieri e propositi auguro a tutti un Santo Natale e un Nuovo Anno ricco di tanti doni di Dio, soprattutto di speranza. Non dimentichiamo che il Signore ci vuole tutti artigiani di pace.

+ Pier Giorgio Debernardi

In questi giorni è in distribuzione in tutte le parrocchie della diocesi la nuova lettera pastorale del vescovo “Coraggio! Alzati, ti chiama!”. Nella lettera sono contenuti anche gli impegni per l’anno pastorale 2016-2017: nuova catechesi, cammino ecumenico e l’opera-segno di Casa Gabriele per le famiglie con problemi abitativi.