Questa sera, in occasione del 500° anniversario della Riforma Protestante (1517-2017) alle ore 20.30 di fronte al Tempio Valdese di Pinerolo prenderà il via una fiaccolata che arriverà fino alla Cattedrale. Qui le Corali Valdesi del I distretto offriranno un concerto.

Sulle pagina di Vita Diocesana, il vescovo emerito di Pinerolo, Pier Giorgio Debernardi, ha firmato una riflessione al termine di questo anno di commemorazioni e celebrazioni.

Sembrava impossibile ricordare insieme, in forma ecumenica, i 500 anni della Riforma protestante. Molti si chiedevano: perché celebrare insieme un evento che ha diviso la Chiesa, già separata tra Oriente e Occidente? Eppure ciò che sembrava impossibile è avvenuto. Ricordare, con sincerità e umiltà, aiuta a cogliere le vere cause e i motivi profondi che hanno determinato l’azione di Lutero e cercare di realizzare una continua opera di riforma nella comunità cristiana per renderla sempre più conforme alla volontà di Cristo.

Mi pare che questo è stato lo spirito con cui si è cercato di partecipare alle numerose iniziative che hanno segnato il cammino pastorale di quest’anno.

Il Signore ci chiama ad una continua conversione. Giovanni Paolo II di fronte alla sofferenza delle divisioni nella Chiesa, ci offre questa risposta: «Non potrebbe essere, dunque, che le divisioni siano state anche una via che ha condotto e conduce la Chiesa a scoprire le molteplici ricchezze contenute nel Vangelo di Cristo e nella redenzione da Lui operata? Forse tali ricchezze non sarebbero potute venire alla luce diversamente…»

Studiare insieme alla Chiesa valdese la genesi della Riforma, anzi delle Riforme (ci furono riforme a Zurigo, Ginevra e a Canterbury), ci aiuta ad approfondire il molteplice linguaggio teologico e ad avviare, con maggiore convinzione ed entusiasmo, un cammino che ci porti a riconciliare le diversità nell’unità.

Ripensando alle varie iniziative: le fiaccolate di inizio e di conclusione dell’anno della Riforma; lo studio storico-teologico condotto da eccellenti esperti sia valdesi sia cattolici; l’esperienza della preghiera insieme, hanno certamente consolidato la convinzione che soltanto camminando insieme si riesce a raggiungere più facilmente la meta (l’unità), e, soprattutto ad evitare i rischi dell’autoreferenzialità e di pensare che l’errore sia soltanto nella casa dell’altro.

Certamente questo anniversario, vissuto in forma ecumenica, consolida il lavoro sinora compiuto e rende più forte il desiderio di proseguirlo con maggiore entusiasmo. Riporto le parole che ho scritto nell’ultima Lettera pastorale (Coraggio! Alzati, ti chiama!): «Quanto cammino abbiamo fatto in questi ultimi cinquant’anni! Quante persone, donne e uomini, pastori e preti, hanno lavorato per incontrarsi e dirsi parole di riconciliazione e di pace. Quante cose belle ci rivela la storia dell’ecumenismo nel nostro territorio! Siamo passati da conflitto alla tolleranza, dalla tolleranza al dialogo, dal dialogo all’amicizia. La storia letta, interpretata e riscritta insieme come avviene ogni anno nel Convegno del Laux, al primo sabato del mese di agosto, è un esempio eccellente. Ora siamo compagni di viaggio, sappiamo qual è il nostro traguardo, ci aiutiamo vicendevolmente, ci sosteniamo nel cammino, anche se a volte la strada maestra è un po’ abbandonata per continuare a seguire sentieri che ancora ci separano. Una cosa non dobbiamo mai dimenticare: siamo sorelle e fratelli anche se diversi».

Buon compleanno, Riforma! Il significato di questa parola diventi programma di vita per tutte le Chiese.

+ Pier Giorgio Debernardi, vescovo emerito di Pinerolo