«Io che lapidavo le donne in Afghanistan». Con questo provocatorio titolo, nel 2013, il giornale Tempi dedicava la copertina a Farhad Bitani.

Afgano, ex capitano dell’esercito, figlio di un importante generale dei mujaheddin, braccio destro del leggendario Massoud, “Il leone del Panshir”, che ha sconfitto i russi e che ha lottato contro i talebani. Farhad nella sua vita ha visto la guerra, la corruzione, la violenza e l’odio insensato.

È cresciuto in un Afghanistan dove sembrava non esserci futuro e che rimane un paese dilaniato dalla guerra e dalla violenza. Grazie alle conoscenze del padre approda in Italia per studiare all’Accademia militare di Modena e a Torino alla Scuola di Applicazione, e qui qualcosa trasforma radicalmente la sua vita. Scopre che la gente sa essere generosa, accogliente.

E riscopre il suo Dio. «Ho riconosciuto il mio Islam in Italia – afferma –. Io ero musulmano come centinaia milioni di persone, ma io ho riconosciuto il mio vero islam quando sono entrato in dialogo con i cristiani». Per raccontare la verità sul suo paese, ha pubblicato “L’ultimo lenzuolo bianco”, libro duro e scomodo.

In un’intervista rilasciata a Vita Diocesana Pinerolese nel 2015 raccontava: «nascendo in un paese in guerra, pur essendo umano perdi il senso dell’umanità. Io ero un essere umano senza un senso di umanità: non era colpa mia, era colpa dei potenti che hanno tolto questo senso e hanno messo il potere del demonio nel cuore degli uomini. Da piccolo, crescendo, andando a scuola, mi insegnavano cose che non potete immaginare. Mi mostravano un altro mondo, un mondo fatto di violenza.

Adesso mi definisco “soldato di Dio”. Sono una persona innamorata di Dio, che dopo aver perso per tanto tempo la sua religione ora l’ha ritrovata. Ho ritrovato la mia religione musulmana attraverso un’altra religione. Piccolissimi gesti mi hanno fatto capire che l’umanità è la cosa più bella che Dio ha creato. Io prima non avevo questa consapevolezza».

Mercoledì 7 giugno Farhad sarà a Pinerolo per presentare il suo libro ma soprattutto la sua storia, per parlare dell’Islam e della fede nel Dio che ha riscoperto. L’incontro, intitolato “Esiste un Islam moderato?”, si terrà alle ore 18 nella Sala Pacem in terris del Museo Diocesano (Via del Pino, 49).