“Dalla profezia di Hélder Câmara alla profezia di papa Francesco. Riflessioni per una Chiesa in cammino e in uscita…”. Questo il titolo dell’incontro che si terrà giovedì 16 novembre alle ore 21 a Pinerolo nel salone Engim dell’Istituto San Leonardo Murialdo (via Regis, 34). Interverrà, insieme al vescovo monsignor Derio Olivero, il benedettino Marcelo Barros. Biblista, teologo e scrittore, Barros è stato tra i fondatori del CeBi (Centro Studi Bilbici), assessore della Commissione Pastorale della Terra e delle Comunità Ecclesiali di Base, assessore del Movimento dei Sem Terra e segretario dell’Asett (Associazione Ecumenica dei Teologi e delle Teologhe del Terzo Mondo). Nel 2016 ha pubblicato, per Edizioni GruppoAbele, il volume biografico “Hélder Câmara. Il dono della profezia”. Si legge nella presentazione (a cura di Antonio Vermigli): «Questo libro non è una biografia di dom Hélder, ma la testimonianza di un fratello che è stato suo discepolo, prima e dopo che è stato ordinato sacerdote, e che ha scritto queste pagine per condividerne con i lettori l’eredità spirituale per le generazioni attuali. Il lettore si troverà di fronte il ritratto di un pastore che può essere certamente considerato un precursore di papa Francesco».

Il libro «è la testimonianza di un fratello che è stato suo discepolo e collaboratore, associato al suo ministero soprattutto nella pastorale ecumenica e nel lavoro con i giovani; e che ha scritto queste pagine, dense di emozione e di ammirazione, per condividerne con i lettori l’eredità spirituale: “per non lasciar cadere la profezia”. Ed è, insieme, una finestra aperta sulla storia, piena di luci e di ombre, della Chiesa latinoamericana negli ultimi decenni del secolo scorso».

Hélder Pessoa Câmara nacque in Brasile, a Fortaleza, il 7 febbraio 1909 e morì a Recife il 27 agosto 1999. Il suo nome significa “cielo sereno”, un nome profetico per questo apostolo delle favelas, paladino dei poveri e dei diseredati che, appena ordinato sacerdote, nel 1931, manifesta immediatamente la sua vocazione per i più umili tra gli umili. Si distingue ben presto come uno degli esponenti più significativi della Chiesa latino-americana impegnata nel sociale. Nel 1952 viene consacrato vescovo e tre anni più tardi arcivescovo ausiliare di Rio de Janeiro. Negli anni Sessanta e Settanta la sua attività si fa frenetica: inizia una serie di battaglie e di campagne per la giustizia e per il riscatto dei poveri contro lo sfruttamento economico e l’oppressione politica e militare. Si scaglia con veemenza contro le macro-imprese multinazionali che monopolizzano l’economia mondiale, relegando milioni di persone in condizioni di vita miserabili. Si batte per un socialismo dal volto umano, ispirato al messaggio evangelico, impegnato a realizzare il bene dell’umanità. Scelse di vivere in povertà nella periferia della metropoli lasciando ai poveri il suo palazzo vescovile. Alcuni sacerdoti tra i suoi più stretti collaboratori furono uccisi e lui pure più volte minacciato di morte.