Sono passati cento anni dalla prima apparizione della Madonna a Fatima, il 13 maggio 1917. L’Europa, allora, sperimentava gli orrori causati dalla guerra in corso. Qualche giorno prima, Benedetto XV aveva fatto aggiungere nelle litanie mariane, l’invocazione «Regina della pace, prega per noi».

I messaggi della Madonna furono e continuano ad essere un richiamo forte alla conversione, condizione indispensabile per ritrovare la pace. Nella prima apparizione “Ella” chiese ai tre pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta di ritornare a Cova de Iria per sei mesi consecutivi, sempre il giorno 13, raccomandando loro di recitare ogni giorno il rosario per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra.

È nell’apparizione del mese di luglio che la Madonna affidò ai veggenti tre segreti, incoraggiandoli a continuare a pregare per ottenere il dono della pace. In quella del 13 ottobre, l’ultima, si verificò quel fenomeno straordinario, chiamato miracolo del sole.

Era il segno promesso come prova della veracità delle apparizioni. Passano gli anni e i messaggi di Fatima continuano ad interpellare ogni persona di buona volontà, anzi l’umanità intera, ancora oggi alla ricerca della pace. Senza il ritorno a Dio difficilmente si giunge a realizzare una società fondata sulla giustizia e sull’amore. Infatti, nell’ultima apparizione la raccomandazione è quella di obbedire ai comandamenti di Dio, come fondamento della vita personale e sociale.

Con Dio o senza Dio tutto cambia. Richiamare ogni persona a incontrare Cristo e spingere la Chiesa ad una continua purificazione, queste sono le finalità dei messaggi della Madonna. Ella sa che la salvezza è tutta e solo in suo figlio Gesù.

Giovanni Paolo II nel suo pellegrinaggio a Fatima, il 13 maggio 1982, un anno dopo l’attentato subìto in piazza San Pietro, così interpretò le parole della Madonna: «Se la Chiesa ha accolto il messaggio di Fatima è soprattutto perché contiene una verità e una chiamata, che nel loro fondamentale contenuto sono la verità e la chiamata del Vangelo stesso».

E papa Benedetto XVI, anch’egli pellegrino a Fatima il 13 maggio 2010, si espresse così: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». Il terzo segreto di Fatima (reso pubblico nel 2000) parla chiaramente della persecuzione che la Chiesa ha subìto nel secolo scorso, con un accenno ben chiaro all’attentato di Giovanni Paolo II. Ma soprattutto c’è un forte invito alla penitenza (per tre volte è scandita la parola: penitenza, penitenza, penitenza).

La penitenza e la preghiera sono, infatti, le condizioni per portare tutti alla conversione del cuore, la sola capace di costruire la civiltà dell’amore. Voglio ancora mettere in rilievo il legame stretto tra preghiera e dono della pace.

La Madonna sino all’ultima apparizione sollecitò a pregare per la pace. Com’è di attualità questa insistenza! Senza pace non si realizza una società secondo il disegno di Dio. La terza guerra mondiale in atto – anche se frazionata in tante parti della terra – ci impegna a perseverare nella preghiera.

Il male non ha l’ultima parola nella storia, e con la preghiera si ha la forza per cambiare gli avvenimenti più nefasti. Anche papa Francesco, oggi 13 maggio, è a Fatima. A coronamento di questo viaggio, i due veggenti, Giacinta e Francesco, saranno dichiarati santi. Non tanto a motivo delle apparizioni, ma perché hanno vissuto la gioia del vangelo con l’entusiasmo della loro giovane età.

+ Pier Giorgio Debernardi