In una catechesi di questi mesi, papa Francesco afferma che «la misericordia è un cammino che va dal cuore alle mani». Che cosa significa? Il nostro cuore molte volte è malato di egoismo. Ha bisogno di essere guarito. La misericordia è la medicina che lo rende aperto all’amore, così da cuore di pietra diventa cuore di carne, cioè capace di compassione.

Mi piace questo pensiero perché indica qual è il significato della porta santa. È entrare nel perdono di Dio per poter essere trasformati è resi capaci di seminare bontà con le nostri mani. Le opera di misericordia sono semi di amore che, praticate quotidianamente, hanno la forza di cambiare un deserto in giardino.

Questo significa che non possiamo passare distratti e indifferenti la dove ci sono criticità, oppure dolore e sofferenza. È stata particolarmente significativa la canonizzazione di madre Teresa di Calcutta. Essa è stata come una “carezza” espressione di autentica tenerezza; come una “goccia” di bontà in un mare di egoismo, come una “matita” che ha saputo scrivere sulle linee storte della cattiveria l’immenso amore di Dio per tutta l’umanità.

Il frutto più bello dell’Anno del Giubileo è vivere ogni giorno la parola di Gesù: essere misericordiosi come è misericordioso il Padre che è nei cieli, tenendo sempre aperta la porta del nostro cuore perché le povertà vecchie e nuove continuano ad essere presenti. Anzi aumentano sempre di più.

Come risposta alle necessità sempre presenti e incalzanti voglio sottolineare prima di tutto il risultato della raccolta fondi per la ricostruzione di edifici dopo il terremoto nel Centro Italia. Quanto è stato raccolto nelle singole parrocchie viene pubblicato su questo numero di Vita. C’è stata molta generosità da parte della nostra gente.

Le macerie di tanti paesi e la desolazione di tante famiglie non ci hanno lasciato indifferenti. Anche numerose Associazioni laiche del nostro territorio hanno risposto con generosità. I contributi raccolti in tutte le diocesi del Piemonte saranno utilizzati per contribuire alla ricostruzione di edifici (ancora da definire) nell’area di Arquata del Tronto. Dalla Caritas regionale verranno date più dettagliate informazioni.

Come segno del Giubileo verrà ristrutturata la Casa di Pralafera. Anche su questa iniziativa voglio ancora attirare l’attenzione di tutti. Uno dei bisogni maggiormente emergenti in questi ultimi anni, a seguito del periodo di crisi che si è verificato, è quello dell’emergenza abitativa e del conseguente disagio sociale che ne deriva: spesso la persona che perde il posto di lavoro ( e anche il suo nucleo famigliare) si trova a non riuscire più a fronteggiare le spese legate all’abitazione, e a doversi rivolgere a strutture ed enti per affrontare e risolvere tale problema.

La lezione che non dobbiamo dimenticare è che la vita per essere bella ha bisogno di segni di misericordia e di solidarietà. Non in forma sporadica ma compiuti con assiduità e generosità. Il nostro agire deve essere impastato quotidianamente di opere di misericordia corporale e spirituale.

In occasione della canonizzazione di madre Teresa di Calcutta, papa Francesco ha ribadito: «Il mondo ha bisogno di segni concreti di solidarietà, soprattutto davanti alla tentazione dell’indifferenza, richiede persone capaci di contrastare con la loro vita l’individualismo, il pensare solo a se stessi e disinteressarsi dei fratelli nel bisogno».

Chi semina il bene è come un astro che diffonde luce e ha come premio la gioia.

+ Pier Giorgio Debernardi