Alla scoperta degli ordini religiosi della diocesi di Pinerolo. Le suore di San Giuseppe da suor Speranza Vaudey alla fusione con Chambery.

Il mese di marzo è dedicato a San Giuseppe, padre putativo di Gesù e patrono della Chiesa universale. Molte Congregazioni religiose portano il suo nome. Nella diocesi di Pinerolo, oltre ai Padri Giuseppini del Murialdo, operano le Suore di San Giuseppe, che hanno una lunga storia. Le loro radici affondano nella Francia del Seicento. Di fatto, le Suore di San Giuseppe costituiscono uno dei primi ordini di vita apostolica nati nella storia della Chiesa. Furono fondate il 15 ottobre 1650 al Puy en Velay da un gesuita, padre Jean Pierre Médaille (1610 – 1669), e approvate il 10 marzo 1651 come istituto di vita apostolica dal vescovo del Puy, monsignor Henry de Maupas (1606-1680), per venire incontro a tante situazioni di bisogno presenti nella città. Con la guida spirituale di padre Mèdaille, inizialmente si formò un piccolo gruppo di sei suore, diverse per età e istruzione e desiderose di mettere le proprie capacità e la propria vita al servizio dei poveri. Nacque così il “Piccolo Disegno,” interamente dedito a Dio e al prossimo. Ben presto a questo gruppo si unirono molte giovani e non giovani.

I vescovi delle diocesi limitrofe, vedendo l’apostolato svolto al Puy dalle religiose, chiedevano la presenza delle suore. Ci fu così un rapido sviluppo dell’Istituto in tutta la Francia centro-meridionale, soprattutto nelle zone del Massiccio Centrale, della Provenza e della Savoia. Questa rapida espansione fu bloccata e totalmente distrutta dalla Rivoluzione Francese. Durante il Terrore alcune suore di San Giuseppe furono ghigliottinate. Terminata la bufera della Rivoluzione, l’Istituto rinacque per opera del cardinale di Lione, Joseph Fesch (1763-1839), e di madre Saint-Jean Fontbonne (1759-1843). Dalla Congregazione di Lione sorse quella di Chambéry.

 

Da Chambéry a Pinerolo

Nel 1824 venne eletto vescovo di Pinerolo monsignor Pierre-Joseph Rey (1770-1842), vicario della cattedrale di Chambéry. Colpito dalla situazione di miseria della città, chiamò nella sua diocesi le Suore di Chambéry che ben conosceva. La sera dell’8 novembre 1825 arrivano a Pinerolo tre giovani religiose: suor Speranza Vaudey, appena diciottenne, suor Febronia Devarnaz-Gros e suor Pelagia Bonnet.

«È impressionante pensare con quanti sacrifici hanno affrontato il viaggio, la non conoscenza della lingua, l’assenza di ogni sostegno tranne quello del Vescovo… sono partite fidandosi del Signore che guida la storia», scrive monsignor Pier Giorgio Debernardi nella prefazione di “Una speranza per la città” di suor Claudia Frencia, un libro dedicato a madre Speranza Vaudey (1807 – 1829) che, nonostante la giovane età, fu la prima superiora della fondazione pinerolese.

Le suore, ospitate in Vescovado, si dedicavano al servizio dei poveri e all’educazione delle fanciulle di cui nessuno a quell’epoca si occupava. Si delinearono così due settori di apostolato: quello assistenziale e quello educativo.

 

Casa Madre

Il 15 ottobre 1828 monsignor Rey inaugurò la nuova dimora delle suore nel vecchio convento di San Francesco, abbandonato da tempo e bisognoso di un grande lavoro di ristrutturazione. Qui, in via Principi d’Acaia, si stabilì la prima comunità, considerata Casa – madre. Ricordando questi eventi, monsignor Rey scrisse: «La mia consolazione è veramente grande, arrivo da San Francesco dove ho condotto le Suore di San Giuseppe e le loro pensionanti… Siamo andati in cappella a ringraziare la Santa Vergine, gli Angeli, San Donato e San Maurizio e a metterci sotto la loro protezione».

A poco a poco la Congregazione si sviluppò. Dalla Casa- madre le suore partirono per prestare la loro opera in varie scuole materne del territorio, nelle case di riposo Stefano Fer e Jacopo Bernardi, all’Ospedale Agnelli, a Pracatinat. Inoltre, si occuparono dell’istruzione dei giovani all’Istituto “Maria Immacolata”, dell’assistenza ai bambini a Casa del Fanciullo, a Casa-famiglia e nella scuola elementare in Casa-madre. Nel 1952 iniziarono le missioni in Argentina e poi nel Brasile.

 

La fusione con Chambéry

Il 4 luglio 2021 è una data importante per la Congregazione pinerolese perché segna la sua fusione con la Congregazione internazionale di Chambéry. Per le Giuseppine di Pinerolo è stato un ritorno alle origini. La messa solenne nella Basilica di San Maurizio, presieduta dal vescovo di Pinerolo, monsignor Derio Olivero, e concelebrata dal vescovo emerito, monsignor Pier Giorgio Debernardi, e dal vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti, ha sancito un processo iniziato da tempo per rispondere all’invito della Chiesa di favorire la comunione e la collaborazione fra gli Istituti religiosi. Durante la liturgia, madre Sally Hodgdon, superiora generale della Congregazione delle Suore di San Giuseppe di Chambéry, ha consegnato alle religiose pinerolesi le nuove Costituzioni.

Oggi le Suore di San Giuseppe nella diocesi di Pinerolo, oltre a Casa-madre e a “Nazaret”, una casa di riposo per le suore anziane, sono presenti in alcune parrocchie, per la catechesi, la visita ai malati e l’assistenza ai poveri. In particolare, a Pinerolo sono nelle seguenti strutture: Casa-Famiglia (via Sommeiller), opera di assistenza sociale-residenziale; Casa della Giovane (Via Silvio Pellico, 40), casa per ferie non turistica; Istituto Maria Immacolata (Viale della Rimembranza, 78), scuola elementare, media e liceo; Betania (Via Principi d’Acaia, 84), casa di accoglienza per donne in difficoltà; la Casetta (Via Principi d’Acaia, 76), centro di preghiera per gruppi giovanili parrocchiali.

 

Il carisma

In tutte queste case, nelle varie attività e nella loro vita, le Suore di San Giuseppe cercano di realizzare il “sogno” di Padre Médaille che davanti all’Eucaristia ebbe l’intuizione di una Congregazione che fosse una lode a Dio e un dono d’amore per il caro prossimo, un docile strumento nelle mani di Dio a servizio della comunione. «Dio mi ha fatto vedere un modello perfetto di questo Piccolo Disegno nella Santissima Eucaristia… Non c’è nulla di più povero al mondo di questo grande Salvatore, il quale si nasconde non nella realtà di un po’ di pane, ma nelle sue specie, in una povertà e piccolezza tali che l’apparenza di un frammento di pane sembra nasconderlo… Le Suore saranno perciò tutte per Dio e per il caro prossimo e niente per se stesse», scrisse Padre Médaille nella “Lettera Eucaristica”, fondamentale documento carismatico insieme alle “Massime di Perfezione”.

«Padre Médaille ha dato alla Congregazione il nome di San Giuseppe perché seguendo il suo esempio viviamo tra noi e nel servizio al nostro prossimo relazioni di semplicità e di amore»: è scritto nelle Costituzioni di Chambéry che il 4 luglio scorso sono state fatte proprie anche dalle religiose pinerolesi.

Questa profonda spiritualità di comunione è condivisa dai Laici del Piccolo Disegno. Con loro, le Suore incaricate organizzano mensilmente incontri sulla Parola di Dio e sugli opuscoli della formazione permanente, preparati annualmente dalla Federazione italiana delle Suore giuseppine. I Laici partecipano alle feste e alle ricorrenze particolari della Congregazione, a brevi viaggi comunitari e sostengono le varie iniziative a favore dei poveri e delle missioni.

Suor Filippina Fossat