Avvicinandoci alla festa di Pasqua diventa spontaneo ripetere l’augurio: «Buona Pasqua!» Ma quale Pasqua? Quella delle colombe e delle uova? La Pasqua come festa di primavera? La Pasqua di Gesù Cristo? Oggi, nella molteplicità dei linguaggi, è bene capire che cosa si intende pronunciando una parola. Pasqua significa “passaggio”.

La Bibbia ci ricorda la Pasqua del popolo d’Israele, il viaggio della schiavitù alla libertà. Per noi cristiani la Pasqua è la vittoria riportata da Gesù sulla morte con la sua risurrezione. È questa la festa che riempie di speranza ogni angolo dell’esistenza, che illumina le zone più buie della vita, addirittura anche della morte.

In tante Nazioni dell’est europeo il saluto di Pasqua è: «Cristo è risorto!», a cui si risponde: «È davvero risorto». I nostri fratelli e sorelle della Chiesa ortodossa romena dicono: «Cristos a inviat».

La speranza, capace di vincere ogni paura, non è una realtà astratta, ma una persona: è Gesù, crocifisso e risorto. Se uno crede nella sua risurrezione tutto cambia nella sua vita. Infatti, egli comincia a capire che anche un totale fallimento come la morte in croce può trasformarsi in una vittoria capace di cambiare il volto della storia.

La nostra vita, infatti, non è più preda della morte, ma orientata verso un traguardo di gloria. La morte non è l’ultima parola dell’esistenza, perché Gesù l’ha vinta per sempre morendo e risorgendo. Questa è la nostra fede, e di questa fede noi dobbiamo essere sempre pronti a dare testimonianza.

Nella parola “speranza” sono racchiusi gli auguri più veri e più preziosi che noi possiamo scambiarci. Voglio offrire un augurio di speranza a tutti i lavoratori della PMT che attendono per sé e per le loro famiglie una soluzione giusta e onesta, rispettosa dei loro diritti maturati in anni di lavoro. Alle persone che sono senza lavoro desidero assicurare il mio ricordo, sperando che nella nostra Italia ci sia presto un’inversione di marcia che arresti la terribile piaga della disoccupazione.

La parola “speranza” vorrei leggerla negli occhi di coloro che sono schiacciati dal peso della vita, provati nel fisico e nello spirito a causa di fallimenti e di tante sofferenze. Soprattutto ai malati assicuro la mia vicinanza e la mia preghiera. La speranza, poi, ha così tante energie che ci aiuta a superare i momenti più tragici dell’esistenza, che ci spinge a vincere il male con il bene.

Anche di fronte al terribile episodio di violenza famigliare avvenuto nella nostra città dobbiamo continuare ad “educare” per estirpare questi comportamenti che seminano morte, e per aiutare ogni donna a uscire dalla paure e a chiedere aiuto. Non arrendiamoci di fronte al male! Il male non è onnipotente. Si vince con il bene, con la prevenzione, con il sostegno generoso di tutti, con la vicinanza e la solidarietà.

Buona Pasqua a tutti

+ Pier Giorgio Debernardi