
Il 13 giugno i membri del Consiglio pastorale diocesano con il vescovo Derio hanno riflettuto sulla sintesi maturata a seguito degli incontri zonali sul Sinodo voluto da Papa Francesco.
L’ultima sessione prima della pausa estiva del Consiglio Pastorale Diocesano si è svolta lunedì 13 giugno presso il Seminario di Pinerolo. I membri del Consiglio con il vescovo Derio hanno riflettuto sulla sintesi maturata a seguito degli incontri zonali sul Sinodo voluto da Papa Francesco. Si conclude così la prima parte del cammino sinodale, quella dedicata all’ascolto dei fedeli delle varie comunità.
I laici missionari nel territorio
Prima di aprire la seconda parte, che vedrà coinvolta la Chiesa locale nell’ascolto delle persone e degli ambienti che di solito non frequentano la comunità ecclesiale, i membri del “parlamento” diocesano hanno lavorato rielaborando la sintesi su tre punti fondamentali:
- la corresponsabilità dei laici nella vita della comunità
- come rinnovare la liturgia
- il rapporto con le giovani generazioni
Si tratta di continuare il percorso, iniziato con la costituzione dei referenti di ambito nelle varie parrocchie, volto a rendere le comunità meno rigidamente legate al ministro ordinato per dare spazio a laici (uomini e donne) che sono missionari nel territorio.
Il vescovo e la massoneria
La preghiera di inizio dei lavori è stata quella che i Padri Conciliari recitavano all’inizio di ogni sessione del Concilio Vaticano II. Poi il Vescovo ha voluto rispondere ad alcune obiezioni che sono giunte in curia a seguito della sua partecipazione ad una serata di confronto con alcuni esponenti della massoneria nella serata del 6 giugno alla Porporata: «Voglio sottolineare che non mi sono mai tirato indietro agli inviti di dialogo che mi vengono richiesti da qualunque parte provengano», ha spiegato monsignor Olivero. In seguito sono iniziati i lavori a gruppi che hanno prodotto alcune considerazioni le quali saranno inviate alla segreteria del Consiglio per una definitiva stesura.
La Chiesa non è un’azienda
In un clima di familiarità il vescovo ha concluso la serata invitando all’ottimismo: «Se guardiamo la Chiesa come ad una azienda non possiamo che vedere una sorta di andamento al ribasso, ma la Chiesa non è una azienda. È lo Spirito Santo che la muove e la gestisce anche in questo tempo di cambiamenti e di incertezze. Pertanto, quando abbiamo lavorato e dato il massimo possibile, dobbiamo ricordare la parola del Vangelo: “dopo che avete fatto tutto dite: siamo solo servi”. Così siamo sereni e fiduciosi».
Ives Coassolo
