Domenica 20 marzo una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Derio celebrerà i 50 anni della parrocchia Spirito Santo a Pinerolo.

«Cinquant’anni sono un bel tratto di strada percorso insieme, un tempo prezioso di grata memoria, un dono di oggi per continuare a costruire insieme il domani. Un mosaico di volti e di persone che hanno fatto la storia di questa comunità. Una vita segnata da tante esperienze pastorali che hanno accompagnato diverse generazioni». Con queste parole don Massimo Lovera (parroco dal 9 settembre 2018) sintetizza il valore dell’anniversario che si appresta a vivere la comunità da lui guidata. Nata ufficialmente il 20 marzo 1972. Questa, infatti, è la data riportata in calce al decreto di erezione canonica della parrocchia Spirito Santo, firmato dall’allora amministrare apostolico della diocesi Santo Quadri. Ed esattamente cinquant’anni dopo, alle ore 10:30 è in programma una solenne celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo Derio e concelebrata da vari sacerdoti ed ex parroci.

Don Massimo prova a tracciare una sorta di carta d’identità della sua comunità parrocchiale: «È stata ed è ispirata, guidata e sostenuta nella sua storia dal soffio dello Spirito, vivificata dall’ascolto della Parola e dalla celebrazione dell’Eucaristia e dei sacramenti; attenta all’accoglienza delle persone; dedita all’educazione umana e cristiana di bambini, ragazzi e giovani; vissuta come casa per tante famiglie cresciute insieme; premurosa verso i malati, le persone anziane e sole; sollecita nel cogliere i bisogni del territorio e aperta alla collaborazione con enti pubblici e privati, associazioni, scuole, al fine di promuovere sempre la dignità delle persone, particolarmente quelle più deboli e fragili». Qual è il senso del festeggiare il cinquantenario? «Ci aiuta innanzitutto a rendere grazie, perché siamo un pezzettino di una grande storia! Non si tratta di un’auto-celebrazione, ma di un’occasione preziosa per chiedersi: siamo davvero, come comunità cattolica, segno di comunione all’interno della nostra Diocesi e della nostra città? Rappresentiamo in maniera efficace quella “Chiesa in uscita” desiderata da papa Francesco? Ricordare questi primi cinquant’anni è anche un modo per riflettere su cosa possiamo fare ancora insieme. Ravvivando tre “C”: comunione, condivisione, carità. Del resto, in una famiglia, quando ci si vuole bene, si festeggiano i suoi membri, ringraziando Dio». Don Massimo sottolinea alcune significative coincidenze: «Il dono grande è che il cinquantenario cada nell’anno in cui la nostra Diocesi sta lavorando sulla tematica della spiritualità (proposta dalla lettera pastorale “Brindiamo?” del vescovo Derio) e in concomitanza al cammino Sinodale della Chiesa Cattolica Italiana». Proiettando uno sguardo sugli anni a venire, il suo desiderio è quello di «una parrocchia sempre più attenta al territorio in cui vive (e, a questo proposito, sono orgoglioso delle iniziative di doposcuola e oratorio per bambini e ragazzi di ogni etnia e religione). Aperta. Testimone della bellezza del Vangelo. Sogno una parrocchia che, sulla scia dell’intuizione – da parte del nostro vescovo – dei “responsabili di ambito”, col passare del tempo sia sempre più coordinata dai laici, in maniera che ogni membro della comunità riscopra la propria vocazione battesimale e si impegni nei vari settori pastorali. Sogno una parrocchia in grado di percepire i bisogni e i desideri dei ragazzi e dei giovani».

Dopo l’inizio del suo ministero come viceparroco a Bricherasio, don Massimo è al suo terzo mandato da parroco (a Buriasco dal 2002 e poi a San Maurizio in Pinerolo dal 2010): «Arrivando qui allo Spirito Santo, per prima cosa ho colto il tratto della povertà, che non immaginavo così diffusa nella città di Pinerolo: una povertà non solo materiale, ma umana e sociale. Pensiamo anche alle diverse fasi storiche che questo quartiere ha attraversato: dal popolamento negli anni Settanta e Ottanta con l’immigrazione dal Sud, seguito negli anni Novanta dall’allargamento del territorio (con la costruzione di molte nuove palazzine) e, infine, il significativo afflusso di immigrati stranieri. La comunità parrocchiale, grazie a tutti i miei predecessori (Silvio Bertand, Rino Girotti e i religiosi salesiani) si è subito presentata vivace, in grado di rispondere alle proposte diocesane e del vescovo, allenata alla corresponsabilità. E si è sempre caratterizzata per l’apertura al territorio in cui è inserita, attraverso un proficuo lavoro in rete con istituzioni pubbliche, enti, associazioni. E anche per l’attenzione a bambini, ragazzi e giovani, grazie alle attività promosse dall’oratorio e centro giovanile “Pier Giorgio Frassati”. Senza dimenticare il valore educativo e sociale della PGS (Polisportiva Giovanile Salesiana, ndr). La catechesi, la liturgia, il coro. E il prezioso lavoro dei volontari della Caritas».

Vincenzo Parisi

 

TUTTE LE INIZIATIVE per il cinquantenario

Le celebrazioni per il cinquantenario non si limitano a domenica 20 marzo, ma prevedono un ricco calendario di eventi. A partire dal pomeriggio del giorno precedente (sabato 19 marzo), con giochi e attività in oratorio per bambini e ragazzi; a seguire (ore 18), solenne celebrazione eucaristica. Sabato 2 aprile giornata di spiritualità per adulti, presso il monastero Dominus Tecum a Pra d’Mill. Sabato 4 e domenica 5 giugno l’annuale “Festa della Comunità”. La chiusura ufficiale dei festeggiamenti è prevista domenica 18 dicembre. E numerose altre iniziative bollono in pentola: appuntamenti di carattere culturale e religioso; mostra e pubblicazione fotografica; sottoscrizione a premi; concorso “Inventa il logo del 50mo” rivolto ai ragazzi delle scuole superiori; “Note di un’unica melodia” per la sistemazione delle campane e l’acquisto del nuovo organo della chiesa; progetto di solidarietà “Adotta un bambino in Africa”; torneo di calcio a cinque “Virginia Vecchi” per ragazzi e giovani. E… tanto altro ancora!

 

I PASSI DI UNA STORIA

Alla fine degli anni Sessanta, la Diocesi constatò che «la popolazione dei nuovi borghi a oriente della città» (Losano, Serena e Porporata) andava sempre più aumentando e la cura pastorale, fino ad allora affidata al parroco della vicina Madonna di Fatima, stava rivelandosi eccessivamente gravosa. Il mandato per costruire la parrocchia Spirito Santo fu conferito il 1° ottobre 1970 dall’amministratore apostolico vescovo Santo Quadri a don Silvio Bertrand. Un locale provvisorio, dove iniziare le attività pastorali, fu sistemato in un salone seminterrato (in affitto) di via al Colletto, mentre le celebrazioni liturgiche erano ospitate nelle chiese del Noviziato salesiano di Monte Oliveto e del Colletto, nonché dalla cappella di borgo Losano. Nel 1971, tra mille difficoltà burocratiche e finanziarie, si iniziò l’iter per l’acquisto del terreno e per ottenere i permessi edilizi. L’erezione canonica, come già ricordato, avverrà un anno e mezzo dopo, il 20 marzo 1972. Pochi mesi dopo fu acquistato il terreno ed il Comune concesse la licenza edilizia. Il 1° gennaio 1974 don Bertrand è nominato parroco dal vescovo Massimo Giustetti. Vi rimarrà fino al 1987. Il suo successore fu Rino Girotti, fino al 1993. Intanto, il 14 dicembre 1980 ebbe luogo la benedizione della nuova chiesa seguita, un decennio dopo (23 dicembre 1990), dall’inaugurazione del centro giovanile intitolato al beato piemontese Pier Giorgio Frassati.

Nel 1993 il vescovo Pietro Giachetti e l’allora Ispettore (superiore regionale) dei Salesiani, don Luigi Testa, sottoscrissero l’affidamento dell’opera alla congregazione fondata da san Giovanni Bosco. Che, a poca distanza, già aveva a Monte Oliveto il suo noviziato per il Nord Italia (e poi per buona parte dei Paesi europei). A partire da quella data, una lunga serie di sacerdoti salesiani ha assunto l’incarico di parroco, a partire da Pier Giorgio Palazzin (fino al 1998). Lo seguirono, nominati dal vescovo Pier Giorgio Debernardi: Giacomo Crotti (fino al 2007), Augusto Motta (fino al 2010), Andrea Ciapparella (fino al 2015) e Livio Recluta (fino al 2018). Poi, con la chiusura del Noviziato e lo spostamento della comunità salesiana al Colle Don Bosco nell’astigiano, la gestione della parrocchia è ritornata alla Diocesi. E il vescovo Derio, nell’estate 2018, l’ha affidata a don Massimo Lovera.

A livello architettonico, la chiesa fu realizzata con tecniche per l’epoca innovative, seguendo le indicazioni liturgiche espresse dal Concilio Vaticano II, quindi con una struttura interna convergente verso l’altare e scalini in discesa. Da segnalare il grande crocifisso “Christus patiens” dello scultore Gennaro Salvi e la vetrata con la gigantografia dello Spirito Santo e dei suoi doni. Oltre ai richiami a san Giovanni Bosco. Da giugno a dicembre del 2005, la chiesa e la canonica sono state oggetto di un primo significativo intervento di restauro conservativo, che conciliò il rispetto del tratto architettonico con l’impiego di materiali e tecniche all’avanguardia. Poi, nell’estate del 2013, la chiesa subì un’importante ristrutturazione interna, che l’ha portata all’assetto attuale. I lavori hanno riguardato: l’eliminazione degli scalini; il rinnovo dell’area presbiteriale; la sostituzione dei serramenti sulla facciata principale; l’eliminazione dei ponti termici; il consolidamento e rivestimento del soffitto con il nuovo impianto di illuminazione; l’adeguamento degli impianti termico ed elettrico. La nuova chiesa fu inaugurata il 16 settembre di quell’anno, con una solenne celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Pier Giorgio Debernardi.